di Carla Babudri
‘Com’è il tuo cuore, sorella strega?
Ti fidi di me?
Seguimi attraverso le terre antiche pagane, verso il mistico bosco, fino a quel terreno dove gli spiriti dei nostri antenati si sedevano attorno al fuoco e parlavano, mentre veneravano i morti, in poesie e canti intonati di grazia e nutrimento.
Vedrai come le nostre nonne ci accoglieranno e ci chiederanno, con sopracciglia alzate nello scetticismo, di aprire le nostre gabbie toraciche e chiedere ai nostri cuori fumanti di svelargli i segreti riversati nel morbido muschio.
“Diteci figlie, perché siete giunte fin qua?
Desiderate condividere il primitivo amore materno, celato nella nebbia?
Conoscete la lingua antica ancestrale?”
Il cielo si oscurerà, figlia assicurandoti all’ombra delle nuvole, sei nel posto giusto. Dalle radici puoi sentire il profondo ululato? Si?
Lascia che urli dentro di te.
Penetra attraverso il tempo, non hai bisogno di misurarti con lui, ti intrappola.
Quell’Una che ti scorre nelle ossa e nel sangue, è il canto che ti chiede di fare spazio.
Liberati dalle vecchie credenze, non sono più tue.
Rimuovi ciò che non ti appartiene, lascia cadere le foglie che non ti servono.
La tua magia cresce con te, non limitare i tuoi poteri, cammina con me nella nebbia, come gli iniziati del mondo antico.
Sii in pace con la tua fretta del sapere, lascia spazio tra questo e quello.
La nostra stregoneria è fatta di questi piccoli spazi. Il desiderio costante affoga la magia. Stai in piedi nella nebbia e arrenditi alla natura che tutto lascia andare.
Figlia affonda nella terra, sepolta dall’amore della madre, torna a casa con passo lento, e benedici i nostri corpi ricordando che essere una strega, significa rinascere e morire per proseguire, tra uno spazio e l’altro…
Che tu sia benedetta figlia
La tua Antenata.’
Fonte: Naturagiusta