di Marie Noelle Urech
Mitakuye Oyasin è una preghiera tradizionale dei Lakota Sioux. L’espressione viene tradotta con “onoro tutte le mie relazioni” o“apparteniamo alla stessa famiglia”, “tutte le mie relazioni (o parenti)”, “siamo tutti connessi“, “tutto è connesso” o anche “tutto è in relazione“.
Tutte le tribù dei nativi americani Lakota, Dakota e Nakota, venerano la preghiera e questa in particolare viene utilizzata in tutte le cerimonie e attività spirituali svolte a Yankton nel Dakota del Sud, come il Peyotismo ad esempio; inoltre viene impiegata come preghiera conclusiva alla fine di altre preghiere, dopo di che il cibo sacro o la sacra pipa vengono passate e condivise tra i membri della cerimonia.
Si tratta di una preghiera di unità e armonia con tutte le forme di vita: le altre persone, gli animali, gli uccelli, gli insetti, gli alberi e le piante, e perfino le rocce, i fiumi, le montagne e le valli.
[mitakuyeoyasin]

La preghiera
”Aho Mitakuye Oyasin…. Tutte le mie relazioni. Vi onoro in questo ciclo di vita con me oggi. Sono grato per questa opportunità di riconoscervi in questa preghiera….
Per il Creatore, per il dono supremo della vita, io ti ringrazio.
Per il popolo minerale che hai costruito e mantenuto le mie ossa e tutto il progetto per la mia esperienza di vita, io ti ringrazio.
Per il popolo floreale che sostieni i miei organi e il mio corpo e mi dai le erbe curative in caso di malattia, io ti ringrazio.
Per il popolo animale che mi nutri dalla tua stessa carne e offri la tua compagnia fedele in questo cammino di vita, io ti ringrazio.
Per il popolo umano che condivide il mio percorso come una sola anima sulla sacra ruota della vita terrena, io ti ringrazio.
Per il popolo Spirituale che mi guida invisibile attraverso gli alti e bassi della vita e per portare la fiaccola della luce attraverso i secoli, io ti ringrazio.
Per i quattro venti di cambiamento e di crescita, io vi ringrazio.
Siete tutti le mie relazioni, i miei parenti, senza i quali non sarei vivo. Siamo nel ciclo della vita insieme, co-esistenti, co-dipendenti, co-creando il nostro destino. L’uno, non meno importante dell’altro. Un popolo che si evolve dall’altro e tuttavia ognuno è dipendente da quello appena sopra e da quello appena sotto. Tutti noi siamo parte del Grande Mistero.
Grazie per questa vita.”
Nel 1940 uno studioso statunitense, Joseph Epes Brown, ha scritto uno studio sulla preghiera Mitakuye Oyasin e la sua rilevanza nella ideologia Sioux di “Connessione di fondo” e “unità“.
Ritroviamo questa visione del mondo descritta da altri sistemi spirituali come i millenari Veda e dal cristianesimo medievale. Di fatto appartiene alla nostra storia spirituale umana, purtroppo dimenticata!
Successivamente, la Ragione si impossessò di tutti gli ambiti del sapere, dalla religione alla scienza, convincendoci di essere entità separate che occupano porzioni di spazio, e che la distanza tra di esse non permette una influenza istantanea dell’uno sull’altro.
Tale senso di separazione, totalmente innaturale, ha favorito l’intervento di una mediazione tra l’uomo, il Trascendente e la Natura. Si è manifestato con tutta la sua triste forza, generando incessanti guerre, conflitti, genocidi in nome della Ragione, di Dio, del Capitale, del “più forte”.
Mitakuye Oyasin e la fisica quantistica
La cosa curiosa è che l’affermazione “tutto è connesso” viene oggi sbandierata dalla fisica quantistica e, come una chiave, ci apre a mondi infiniti di cui siamo parte integrante.
La non-località, una delle scoperte della fisica tra le più folgoranti del XX secolo, ha rimesso in discussione la visione separativa della realtà. Il fenomeno più vistoso di non-località quantistica è rappresentato dall’entanglement che lega due particelle nate da uno stesso processo a prescindere dalla distanza che le separa.
La scoperta fatta dal fisico Alain Aspecte il suo team dimostra che gli elettroni sono capaci di comunicare istantaneamente malgrado la distanza che le separa, non importa se sono lontane 10 metri o 10.000.000 chilometri.
Il fisico britannico David Bohmritenne che la ragione per cui le particelle subatomiche sono in grado di rimanere in contatto le une con le altre malgrado la distanza è perché la loro separazione è, in realtà, un’illusione.
Ad un livello più profondo tali particelle non sono entità individuali ma le estensioni di una unità fondamentale. Quindi sono tutte connesse!
Se l’apparente separazione delle particelle subatomiche è illusoria, questo significa che a un livello più profondo di realtà tutte le cose nell’universo e nell’uomo sono infinitamente interconnesse, che si tratti di elettroni, di cellule, di galassie.
Convalidata dalla Scienza odierna, Mitakuye Oyasin apre nuovi e antichi scenari sulla nostra relazione con il mondo e con l’universo.
Anche le ricerche sul DNA umano giungono alla stessa conclusione. The DNA Journey, indetto dalla società “23andMe”, è uno studio genetico effettuato su migliaia di persone di 18 Paesi.
In Lak’ech – Io Sono un Altra Te Stessa
Esso ha dimostrato che è rarissimo che le nostre origini risalgano al 100% al Paese in cui siamo nati e che possiamo avere antenati di culture e religioni completamente diverse. Un viaggio che narra attraverso il DNA di ognuno di noi, la storia di tutti e che abbatte le barriere razziali e culturali.
Il problema è che non ne siamo consapevoli, imbrigliati in una rappresentazione della realtà totalmente illusoria, creata sia dalle nostre credenze e programmi personali sia da quelli imposti dal contesto sociale in cui viviamo.
La realtà costruita nella quale ci muoviamo narra solo di separazione, di conflitto, di violenza, di ammazzamenti, di soprusi. Il Divide et impera che guida la geopolitica continua a flagellare il mondo, uccidendo e depredando.
Ci convince di essere miseri e piccoli, assoggettati da forze avverse, inermi davanti alla violenza, alla ricerca di una felicità esterna, altrettanto illusoria e sempre fuggente. Per questo motivo, abbiamo delegato ad estranei il compito di dirci come vivere e lasciato che la Terra venga depredata dei suoi tesori.
Ci salutiamo mai pensando di appartenere alla stessa famiglia? Chi ci parla mai delle nostre connessioni con gli uomini e le donne di ogni luogo e epoca, con le piante, con gli animali, con le stelle, il mare, con le api? Se ci convincessimo che siamo tutti interconnessi, ci scopriremmo potenti oltre misura.
Ciò ovviamente non conviene a chi tiene le redini del Potere economico e politico. Ma non diamo colpe agli altri! Siamo gli artefici della grande illusione in cui ci muoviamo. Prenderne coscienza è il primo passo.
Essendo dotati di libero arbitrio, possiamo scegliere come rispondere ai tentativi martellanti della separazione, rifiutare lo schema diabolico e onorare la nostra relazione con tutti gli esseri viventi.
Aho Mitakuye Oyasin )O(
Fonte: b-hop.it






