Il cambiamento di significato della parole “gossip“, ”pettegolezzo”, è estremamente affascinante.
Il termine, come racconta Silvia Federici nel libro Caccia alle streghe, guerra alle donne, deriva dall’inglese antico ed è formato da “God” come in “godmother” e “godfather” (padrino e madrina) e “sibb” come “sibling”, fratello o sorella.
”Gossip”, “god” e “sibb” , affinità spirituale. Veniva usato per indicare un legame di forte amicizia femminile e, in particolare, per le donne che assistevano una partoriente, rappresentando una comunanza di supporto positiva tra donne.
Il suo significato diventa dispregiativo in Europa nel XVI secolo, un periodo in cui la condizione femminile peggiora e le accuse di stregoneria si intensificavano: “gossip” inizia a essere usato in senso negativo.
Da donne per le donne a donne contro le donne
«Le amicizie femminili erano uno degli obiettivi della caccia alle streghe», spiega Federici, «Fu in questo contesto che il ‘pettegolezzo’ si trasformò da parola di amicizia e di affetto in una parola di denigrazione e ridicolo».
I processi alle streghe spezzano ulteriormente i legami femminili.
Le donne si trovavano sull’uscio a spettegolare, si scambiavano informazioni preziose, creavano legami, si aiutavano a vicenda e monitoravano quello che succedeva nelle case delle vicine e delle amiche.
Poi, come spiega Federici, nell’Inghilterra del XVI secolo i pettegolezzi femminili iniziarono a venire duramente repressi. Risale infatti a quell’epoca il cosiddetto “gossip bridle”, uno strumento di tortura che assomigliava a una museruola per punire le donne, spesso levatrici o mediche considerate streghe, che parlavano troppo.

Sempre nello stesso periodo, poi, venne emesso anche un editto per vietare i capannelli e le chiacchiere per strada.
«Le donne insieme possono creare problemi agli uomini», scrive Alexander Rysman nel saggio How the ‘Gossip’ Became a Woman, «Qualsiasi donna che si relaziona con altre donne è soggetta alla stigmatizzazione come “pettegola” e questo perché sviluppare legami sociali al di fuori delle istituzioni di dominio maschile diventa il peccato maggiore».
La trasformazione della parola “gossip” da simbolo di amicizia femminile a termine dispregiativo è un potente esempio di come il linguaggio è usato per controllare e opprimere e di come ha accompagnato i meccanismi di oppressione di genere.
Continuare a parlare, a spettegolare in confidenza, a commentare, a condividere, unendo le voci, a supportare quella di altre donne o a prestare la propria a chi non può, può essere una forma di resistenza e fornisce un potere che dobbiamo imparare a usare al meglio e a saper riconoscere.
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Fonti: fb/Veronica Morosi | cosmopolitan.con











