di Daniela Libanori
Quando la Luna in cielo cresce, tutto cresce. Progetti, desideri, le energie della Vergine spingono verso la realizzazione di ciò che abbiamo più a cuore, verso la ‘pienezza’ della Madre.
Molti sono i riti da praticare in questo periodo. Oggi vi propongo di fare una bambola Daruma. La conoscete?…
La bambola Daruma, è uno dei simboli portafortuna più usati in Giappone e rappresenta Bodhidharma, il fondatore e primo patriarca dello Zen.
La tradizione lo descrive come una persona dall’aspetto severo, sempre avvolto in una veste rossa, con una folta barba e uno sguardo sbarrato e penetrante, acceso tuttavia da un lieve bagliore.
Molte le leggende. Una narra che una volta si addormentò durante la meditazione: se ne infuriò al punto che si recise le palpebre le quali, cadendo in terra germogliarono nella prima pianta di tè. Da quel tempo il tè ha fornito ai monaci zen una protezione contro il sonno e tanto chiarifica e rinvigorisce la mente che s’è detto, con un gioco di parole: “Il gusto dello Zen (ch’an) e il gusto del tè (ch’a) sono i medesimi”.
Un’altra leggenda narra che Bodhidharma, restò così a lungo in meditazione tanto che gli si staccarono le gambe.
Da qui il simbolismo della bambola giapponese Daruma, rossa, senza gambe né braccia, volto maschile stilizzato con barba e baffi e corpo tozzo. Solitamente è fatta in legno o cartapesta, si può trovare di varie dimensioni, ed è venduta soprattutto, all’interno o nelle vicinanze dei templi buddisti giapponesi.
Grazie al suo baricentro basso inoltre si raddrizza da sola dopo essere stata spinta da un lato. Per questo motivo, è per i giapponesi anche un simbolo di ottimismo, costanza e forte determinazione.
Una poesia popolare giapponese dice:
“Jinsei nana korobi ya oki” (=“Così è la vita, sette volte giù, otto volte su!”)
Ma la Daruma non è solo un apprezzato feticcio votivo portafortuna… è ben altro ad aver reso popolare e sacra questa bambola. Basta ‘osservare’…
Sono gli occhi inesistenti (abbozzati con cerchi di colore bianco) il vero punto focale della bambola: la tradizione vuole che, usando dell’inchiostro nero, si disegni un primo occhio esprimendo un desiderio; a realizzazione avvenuta, allora sarà possibile disegnare il secondo occhio.
Realizzazione… infatti la bambola Daruma è chiamata anche Dharma, la Via dell’Illuminazione, la Legge Universale che questo apparente feticcio goliardico, custodisce. Basta avere ‘occhi per vedere’…
La bambola, completa di occhi o meno, di solito viene bruciate alla fine dell’anno (o nei templi con altre bambole portate dai praticanti o privatamente), come rituale di purificazione per far sì che il kami (divinità o spirito) sappia che la persona che ha espresso il desiderio non ha desistito, ma è su un’altra via per realizzarlo.
La Daruma è realizzata, oltre che in legno e cartapesta come da tradizione, anche con carta origami, o disegnata su cartone o compensato sottile e appesa con un cordino.
Anche il colori e il volto, spesso è personalizzato. Può essere un viso femminile e i colori variare a secondo del desiderio (Rosso: portafortuna generale – Bianco: matrimonio – Giallo/oro: soldi – Blu: studio e lavoro – Rosa: amore – Nero: scacciare la sfortuna – Verde: per la salute)
Possiamo quindi sbizzarrirci anche noi creando la nostra personale bambola Daruma dei desideri, tenendo come uniche basi la forma, il materiale che deve poter essere bruciato e il rito in sé.
Quando avrete creato la vostra bambola, prendetevi qualche minuto… esprimete un desiderio… dipingete (con color nero) un occhio della bambola e collocatela in un punto alto e visibile all’interno della vostra casa.
Quando il vostro obiettivo sarà raggiunto potrete dipingere l’altro occhio.
In ogni caso, a fine anno, bruciatela e createne un altra.
E non preoccupatevi: i desideri hanno i loro tempi… tutto avverrà quando deve, nel modo migliore per voi.
Buona Luna Crescente, buon ‘Dharma’!