di Dan Millan
..«Entra, viaggiatore, entra!».
E così, uscendo dal terreno battuto della mia vita, aprii la porta e trovai la saggia, che sedeva in silenzio e mi sorrideva. Per ragioni che non riuscii a comprendere, mi venne la pelle d’oca sulle braccia.
Sedeva con una grazia felina, dritta ma rilassata in equilibrio su un cuscino di foglie sul pavimento, e indossava una tunica verde. Forse pensa di stare nella foresta di Sherwood, pensai.
I suoi occhi attirarono la mia attenzione – occhi a mandorla, color nocciola, illuminati dai raggi di luce che risplendevano attraverso una fessura nel muro – occhi che parevano gioielli su un volto dalla pelle liscia e olivastra, coronati da corti capelli castani che non davano a intendere la sua età, razza o cultura. Sembrava circondata da un campo di energia luminosa, che io supposi fosse un gioco di luce.
Cominciai a sentirmi stranamente disorientato. Persi l’orientamento sia del tempo che dello spazio: mi trovavo in una foresta primordiale, in una collina dell’Inghilterra di Shakespeare, nelle highland scozzesi o in una montagna abitata da cinesi immortali.
«È da molto tempo che non ho un visitatore,» disse, «sono felice che sia venuto, perché ho molto da condividere. E ho bisogno che tu mi assista in una missione di grande importanza.»
Si era persa? Le serviva una guida? Confuso ma affascinato, dissi solo: «Interessante».
«Credo anch’io che lo troverai interessante,» rispose, «ma prima ti servirà una formazione, per prepararti.»
«Prepararmi? Uh, se per questa cosa ci vorranno più di un paio d’ore, non credo di avere il tempo.»
«Hai sia più tempo che meno tempo di quanto immagini», disse. Che strana risposta. Giudicandola bizzarra ma innocua, decisi di stare al gioco e vedere dove sarebbe andata a parare. Mi fece segno di sedermi: «Mettiti comodo, Viaggiatore, so perché sei venuto e che hai viaggiato tanto».
Stavo per dirle che eravamo solo a un’ora di cammino da casa mia, poi sentii che non si riferiva alla mia camminata mattutina, ma al lungo e tortuoso cammino della mia vita.
All’improvviso, la mia mente fu invasa da innumerevoli immagini provenienti da diverse epoche e culture ed ebbi la strana sensazione che in qualche modo fossero collegate a lei. Poi il dubbio si insediò nella mia mente: di certo, pensai, è solo una donna solitaria e sto immaginando un’avventura che non c’è.
«Chi sei?» chiesi.
«Un riflesso in uno stagno calmo», disse, «un raggio di luna in una notte buia, giovane quanto la rugiada del mattino e vecchia quanto la Terra. Tutte le cose sono in me e io sono in tutte le cose. Oltre a questo. Viaggiatore, non posso dirti, perché la mia vita è misteriosa quanto la tua. L’unica differenza tra noi è che io vivo nell’abbraccio di uno Spirito al quale tu ti stai appena svegliando.»
In un primo momento rimasi senza parole e infine chiesi: «Come devo chiamarti? Hai un nome?».
«Un nome?» Sembrava sinceramente sorpresa: «Ho avuto così tanti nomi, ricordo a malapena.»
«Beh, ma come chiami te stessa?»
«Raramente mi chiamo», rispose con un sorriso. E finì lì.
«Allora, da dove vieni?»
«Mi avventuro dal passato e dal futuro. Vivo nell’eterno presente. Ci siamo persi e ritrovati l’un l’altra tante volte. Ho lavorato con te in una vecchia stazione di servizio e camminato con te attraverso la foresta pluviale hawaiana. Ho vissuto in grandi città, mi sono seduta nei tribunali sotto cupole rivestite d’oro e d’argento. Ho conosciuto le comodità del focolare e della casa e la solitudine dei monasteri delle montagne. Ho lavorato in campi polverosi, conosciuto i rischi e i guadagni delle grandi imprese e ho camminato sotto preziosi tetti di stelle, attraverso ombre gettate dalla luce della luna. Ho viaggiato per mari, ho vinto e perso fortune, ho conosciuto salute e malattia, piacere e dolore e ho trovato tesori che abbaglierebbero i tuoi occhi – sete luminose, opali grandi quanto pugni e brillanti gemme di tutti i colori – ma condividerò con te il più grande tesoro di tutti, un dono che cresce col dare e non perde mai lucentezza.»
Mentre continuava, la sua voce divenne la voce di tutte le persone, cambiando come il vento e soffiando attraverso polverosi corridoi di storia e luoghi di luce radiosa: «La magia nel mondo è viva. Viaggiatore. E io intendo condividere con te i segreti dell’alchimia».
«Come trasformare il piombo in oro?»
Lei sorrise. «Giocare coi metalli è un mero trucco da chimico. L’alchimia di cui parlo può trasmutare gli elementi base della tua vita – le paure, la confusione, le preoccupazioni e le difficoltà che incontri – nell’oro della libertà e della chiarezza, della serenità e della gioia. Le Leggi dello Spirito sono i segreti che condividerò.»
«Citi lo “Spirito”… credi in Dio? Appartieni a qualche religione?» chiesi.
Sorrise. «Non devi credere nel sole per deliziarti nel calore della luce della mattina, è semplicemente ovvio. Ecco come conosco Dio. E per quanto riguarda la mia religione,» continuò, guardando in lontananza come se ricordasse tempi passati, «ho seduto in splendidi templi d’Israele e sotto le gloriose guglie delle moschee d’Islam, mi sono inginocchiata nelle capanne sudatorie e ho passato la pipa, ho vissuto da sciamano nelle pianure africane, meditato nei templi buddisti e inalato il dolce aroma dell’incenso sulle rive del Gange. Ovunque ho trovato lo stesso spirito in tutte le religioni – una Volontà Divina che trascende il tempo, la credenza e la cultura – rivelando le leggi universali che sono il tesoro di Dio».
«Puoi dirmi di più di queste leggi?» chiesi.
«È quello che intendo fare,» rispose, «all’interno del mistero della vita, l’universo opera secondo leggi vere quanto la forza di gravità. Intessute nella stoffa dell’esistenza, rispecchianti l’intelligenza primaria dell’universo, queste Leggi dello Spirito dirigono le meccaniche universali, i movimenti dei fiori che tendono verso il sole e le onde che sbattono sulla spiaggia. Governano il moto della Terra, il ciclo delle stagioni e le forze della natura. Al suono della loro musica danzano anche le galassie.»
Con un soffio o una fumata e uno strano sibilo, una piccola pila di rami e fuscelli posti in un cerchio di pietre tra noi si accese, come se le fiamme si fossero attivate da sole. «Me lo insegnò Merlino», disse, con gli occhi luccicanti. Anche nel mio stato presente di meraviglia, la parte scettica di me pensò che forse era Merlino o forse il gas dell’accendino!
Poi mentre guardavamo una sottile cresta di fumo salire attraverso il tetto di paglia della capanna, riprese a parlare: «Le Leggi dello Spirito indicano l’ordine e l’intelligenza innati dell’universo. Essi trascendono i concetti, le usanze e le credenze e formano le basi di tutta la moralità umana. Costanti come il moto dei pianeti, si applicano non solo alle meccaniche della natura, ma a ogni aspetto dell’esistenza. Possono guidarti attraverso gli alti e i bassi della tua vita proprio come le stelle e le bussole guidavano gli antichi marinai nel loro tragitto.
«Certe leggi,» aggiunse, «sono particolarmente importanti per gli affari pratici della vita umana. I libri e gli insegnamenti della religione toccano queste grandi verità… semplici e potenti principi per trovare la pace interiore in un mondo difficile. Coloro che seguono le leggi prosperano e trovano realizzazione, mentre coloro che le ignorano o resistono, affrontano conseguenze che indicano loro cosa fare nel loro cammino di risveglio, affinché un giorno possano trovare pace alla luce di una consapevolezza superiore.»
«Dove hai imparato queste leggi?» chiesi.
«Risiedono in ognuno di noi, come un vasto magazzino di saggezza intuitiva, e sono anche rivelate ovunque nel mondo naturale.» Poi, alzandosi in piedi in modo veloce e aggraziato, camminò verso la porta e mi fece segno di seguirla: «Vieni Viaggiatore, lascia che le montagne siano la tua aula»
Ero deciso a ricordarmi tutte le leggi che mi avrebbe insegnato – questi “tesori” cui si riferiva – in modo da poterle condividere con i miei figli e magari con altre persone cui potessero interessare, ma non mi rendevo conto del loro impatto, potere e magia. Eppure, seppi che c’era qualcosa di insolito in atto appena misi piede fuori dalla porta della capanna e mi trovai a un passo da un grande e calmo lago che prima non avevo visto…
[tratto da”Le Leggi dello Spirito” di Dan Millman]
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Anche tu ami viaggiare?
Molto, con la fantasia 😉
Replica molto simpatica! 🙂 Colgo l’occasione per consigliarti questi film: https://wwayne.wordpress.com/2018/07/01/i-10-film-piu-belli-consigliati-da-lapinsu/. Grazie per la risposta! 🙂