Food for Soul

Una Giostra chiamata Vita

di Sara Azzolini

Stiamo vivendo e rivivendo le stesse situazioni.
Lo vediamo?
Soprattutto in quest’ultimo periodo è così eclatante che si può facilmente credere di essere i protagonisti di un film ai limiti della fantascienza.
Non solo tornano e ritornano, ma si ha quasi la percezione di una sovrapposizione spazio-temporale.

Incredibile, la vita non molla.
Possiamo impegnarci quanto vogliamo, ma lei è sempre lì, pronta a farci ripetere l’esame, pronta a rimandarci a settembre, pronta a farci fare un’altro giro di giostra.

Se continui a fare quello che hai sempre fatto, continuerai ad ottenere ciò che hai sempre avuto.
– Warren G. Bennis

È tempo di cambiare registro…divenire coscienti (senza fustigarsi) di ciò che non ha funzionato e finalmente mettere in pratica il nuovo modello; quello corretto.

Ma c’è un piccolo dettaglio di cui tener conto.
Se si vuole comprendere ciò che ci ha condotto a ripetere la lezione, abbiamo bisogno di essere presenti e cosa ben più ardua, dobbiamo avere il coraggio di essere sinceri con noi stessi.

Abbiamo talmente paura di osservare con onestà le nostre distorsioni che facciamo di tutto per manipolare la realtà.
Continuare a raccontarcela, non servirà a nessuno, meno che meno a noi.

Una volta individuata la falla, ha inizio il processo verso l’accettazione della nostra umana condizione, una condizione di paura, di vulnerabilità che non ha bisogno di essere condannata, ma necessita di essere accolta.

Proviamo un’estrema difficoltà nell’esercitare il perdono.

La maggior parte delle persone crede che sia una difficoltà legata al rapporto con l’altro, ma il seme si trova proprio nell’incapacità di perdonare noi stessi.

Siamo severi e intransigenti.
Abbiamo trascorso l’infanzia cercando un modo per essere amati e accettati, ottenendo la deformazione del nostro essere e l’incapacità di vedere la perfezione in ogni nostra espressione…e si, anche nell’espressione di un errore.

Una volta riusciti a superare questo scoglio, arriva la parte più ostica; cambiare il modello.

C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo e dimenticare il solito cammino: è l’ora del passaggio..
– Fernando Pessoa

È un passaggio che richiede disciplina, coraggio e determinazione.
Nessuno dice che è facile, ma se non vogliamo ripetere all’infinito lo stesso schema, siamo chiamati a metterci in gioco e attraversare quel denso al contempo nebuloso strato di condizionamento creato negli anni.

Che cosa stiamo aspettando?

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Fonte: Oltre l’Ovvio


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