di Marius Depréde
E dopo i festeggiamenti del periodo di Yule o Natale che sia, mi sembrava doveroso pubblicare questo piccolo articolo o meglio questa piccola pagina di Delfina Croce (vera masca piemontese) che lei stessa 133 anni fa scrisse il 29 dicembre 1885.
Una semplice pagina che sprigiona un’energia meravigliosa e che riguarda la fine dell’anno e quindi la fine di un ciclo, proprio di questo parla questo IN-CANTO e chi meglio di Delfina poteva descriverlo.
”Giano Bifronte rappresentano l’uomo che agisce nel suo presente. Nasce dall’esperienza passata, ma progetta in funzione di un futuro possibile o di un futuro che gli sta venendo incontro. Giano è rappresentato dalla porta. Una porta in cui si entra superandone l’uscio in un presente passato per accedere ad un presente seguente. Lo stesso vale per l’uomo che è rappresentato dal doppio volto del dio, uno guarda al passato e l’altro al futuro. […]
[Qui Delfina fa riferimento al dio Ianus: ”Giano annuncia l’anno nuovo e dà inizio a ogni cosa. Fu considerato dai romani come il custode del mondo, preposto alle porte del cielo, cioè all’oriente e all’occidente, della terra e a tutto quello che ha principio e fine. Era raffigurato con due facce (con uno guardava il presente che era stato, con l’altro il presente che doveva essere), i suoi attributi erano una chiave nella mano sinistra e un bastone nella destra perché egli era guida di tutte le strade e aveva facoltà di aprire e chiudere ogni porta, così come di dar fine a un periodo di pace e inizio alla guerra. Da lui iniziava l’anno che scorre silenzioso (tacite labentis, Ovidio, Fasti, III, 65) senza che i mortali se ne accorgano; il primo mese (Ianuarius, Gennaio da cui deriva il nome) era a lui sacro…”. – Anna M. Fonte
Giano presiede agli inizi e tutti gli Esseri umani sono sempre in una condizione psichica di inizio. Il mese che ricorda Giano è Gennaio che da esso deriva il nome. Qualunque azione intraprendano, questa è l’inizio di un qualche cosa. Ogni compimento è un inizio. Passare una porta significa passare altre porte. Il passaggio è un continuo riprodursi di passaggi che portano l’individuo a modificarsi nella direzione di un possibile futuro…” Fonte]
Ma ora passiamo agli scritti di Delfina…
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Ventinovesimo giorno di Marte nel mese di Dicembre 1885
Siamo finalmente giunti alla fine di questo anno, proprio in questo periodo la mia nonna anni orsono mi tramando un canto da fare agli usci delle porte. Serviva per far uscire le nefaste energie e transitare le nuove e fresche.
Gennaio il mese di Giano, signore delle porte e protettore delle stesse, tutto ciò che passa attraverso di esse è visto con occhio attento da Giano, lui non interviene se non richiesto.
A questo serve il Canto! Ma pria ci vuol una preparazione.
Prende le foglie di Lauro (alloro) che non sia il ceraso, dieci e falle bollire in acqua di fonte, quando l’aroma sale e atteso che sia fredda metti in una brocca d’argento (anche terra cotta va bene ma argento ha un effetto migliore).
Preparato l’infuso, prendi un ramo di Lauro(alloro) che ci siano quattro foglie e bagna ogni qual volta si recitano le quattro strofe che vado a recitare.
Bagna il ramo e nello stipite (a partire da destra in alto) passa lo stesso e di:
A destra (alto) dell’uscio della mia casa io bagno con l’acqua di Giano!
A sinistra (alto) dell’uscio della mia casa io bagno con l’acqua di Giano!
A destra (basso) dell’uscio della mia casa io bagno con l’acqua di Giano!
A sinistra (basso) dell’uscio della mia casa io bagno con l’acqua di Giano!
Fatto questo apri la porta e prendi il ramo e bagnato dalla brocca con l’infuso, disegna in terra (partendo da sinistra) una porta della stessa misura e mentre lo fai di queste parole:
ecco la porta del basso! li finiranno le malie che si annidano in questa casa!
Per il volere di Giano io vi scaccio nel profondo della terra ove troverete riposo eterno per mai più ritornare!
Passa poi un bianco panno per cancellare la porta del basso (partendo da destra) e di queste parole:
così chiudo la porta del basso e che non possa esser attraversata da nessun passo!
Brucia in un catino lo straccio insieme al rametto di lauro e di queste parole:
affido a te Giano la chiave della porta, so che da te sarà custodita e mai più restituita!
Bruciato il tutto e mentre il fumo sale di queste parole:
allo stesso modo, io chiamo la chiave di fumo che apre la porta della benevolenza e chiedo a te Giano di aprire la serratura della porta che le tiene fuori da questa dimora!
Apri ora e lascia che la benevolenza entri e faccia nido prezioso in questa casa!
Aspetta adesso che il fuoco si spenga e di queste parole:
grazie Giano, a te devo questo canto, a te devo il bene materiale e immateriale che entrerà nella mia dimora!
Felice Anno Nuovo!
3 pensieri su “L’incanto delle Porte di Giano”