Alle Origini, Dea Madre

Janua – Jana – Djana – Janus – Giano

Janua è la divinità dei passaggi,  è la porta e rappresenta il ciclo dell’eterno divenire.

 Mors janua vitae – Vita janua mortis.

La morte è la porta della vita; la vita è la porta della morte.

Anticamente le Janare erano sacerdotesse , con funzioni anche orgiastiche rituali. Il termine è rimasto nel dialetto Beneventano assurgendo al sinonimo di streghe.

Col nome Janara si indica una donna, che possiede poteri magici, conosce le virtù delle erbe, pratica alcune operazioni mediche. In Sardegna esistono antiche tombe ipogeiche, risalenti all’età neolitca, chiamate Domus Janas, che nel dialetto popolare significa casa delle fate,

Come buon propiziatore di ogni inizio, Giano/Jana portava l’epiteto di pater,( mater) presiedendo alla prima parte del giorno, come dell’anno (Ianuarius=gennaio), alle calende di ogni mese, era associato a Giunone nelle preci.

IANUS IANUA – ERMA ROMANA I SEC. A.C.

La testimonianza archeologica più peculiare di questa divinità è stato il ritrovamento di una statuetta a Cortona del II sec a.c., genericamente attribuito al popolo italico, con una dedica incisa su una gamba, la cui grafia, non sembra di caratteri latini, bensì tosco-umbri.

Il significato esoterico relativo alla quantità e natura del divino

Nella sua forma Janua guardava allo stesso tempo, al passato e futuro che in lei coincidevano; in un eterno privo di inizio e di fine impersonò la posizione della Terra nell’orbita dell’eclittica, agli equinozi di primavera e di autunno, e nelle feste solstiziali.

Il volto del presente era nascosto, perché il presente non si può raffigurare, prima della raffigurazione è futuro, dopo è inesorabilmente passato…

Janua è dunque Signora del Tempo e madre degli Dei. Genova deve il suo nome a Jana ( Genua) la porta sul mare. In epoca romana Jana, diventa divinità maschile, Giano. Il Collegia Fabrorum et Pontificiorum era dedicata al dio Giano.

Macrobio nei Saturnalia dice che Gennaio (Januarius) era dedicato a Giano, dio con due facce, in quanto fuso con Jana, cioè Diana, chiamata da Varrone anche “Jana Luna”, la dea della luce lunare, protettrice dei boschi e delle fiere selvagge.

Varrone sostiene anche che Janus era il vero “dio del cielo”In realtà Giano rappresenta la maschilizzazione delle divinità femminile. Come D-iana che diventa D-iano , Bellena, che diventa Belenos.  

La parola Jana è comune in tutto il Mediterraneo; è la dea Jaune nei paesi Baschi, l’etrusca Uni, le romane Juno e D-jana, la cretese Iune, la Ioni asiatica. Inoltre, le affinità con reperti archeologici in altri luoghi distanti migliaia di chilometri dimostrano che la cultura matriarcale era basata su un linguaggio omogeneo diffuso in tutto il mondo.  

Giano, nel ciclo annuale, apre e chiude le Porte Solstiziali, attraversando le quali il Sole dà inizio alle due metà, ascendente e discendente, del percorso annuale. Il volto maturo e barbuto, simbolo del passato, e quello giovane e gioioso, simbolo del futuro, guardando contemporaneamente indietro e avanti mostrano il potere del Dio sul tempo.

A volte Giano ha un volto virile, anziano e barbuto e un volto femmineo, giovane e bello in relazione al primitivo significato di simbolo del Sole e della Luna espresso dalla coppia Janus-Jana o Diano-Diana, con senso analogo a quello della coppia divina di Giove e Giunone.

Nel Bifronte si rifletterebbe la concezione platonica dell’anima umana: il volto giovane e bello simboleggerebbe l’aspetto divino dell’anima, attratta verso Dio e splendente di immutabile bellezza; la faccia vecchia rappresenterebbe l’attenzione rivolta alle cose del mondo che, in quanto soggette al divenire, sono destinate ad invecchiare.

Il dramma cosmico della morte e della rinascita del Sole che segna nel corso dell’anno l’avvicendarsi delle stagioni e del ciclo della vegetazione Lo stesso avvicendarsi di vita e morte, di luce e tenebre, si svolge nel ciclo giornaliero. Osservando che ad ogni morte del Sole, della luce e della vegetazione segue la rinascita, l’uomo deduce che gli tocca la stessa sorte per il valore universale delle leggi cosmiche.

In tal senso i Solstizi acquistano anche per l’uomo significati in riferimento al destino della anima, oltre che al naturale perpetuarsi della vita sulla Terra. La tradizione assegna alla Porta del Capricorno un significato positivo in quanto apre la fase dell’anno in cui il Sole cresce e alla Porta del Cancro un significato negativo in quanto dà inizio al semestre oscuro.

The Miriam and Ira D. Wallach Division of Art, Prints and Photographs: Picture Collection, The New York Public Library. “Bust of the Roman god Janus” The New York Public Library Digital Collections. 1569. 

La Porta Invernale è detta Porta degli Dei, perchè attraversandola le anime ascendono al divino e le influenze superiori discendono sulla terra. La Porta Estiva è detta Porta degli Uomini o degli Antenati perché destinata alla discesa delle anime sulla terra ed al perpetuarsi del ciclo delle esistenze materiali.

Giano nelle fonti letterarie

Virgilio parla di Giano nel Libro VII dell’Eneide quando ci narra dei profughi Troiani alla ricerca della antica madre. In quell’occasione il poeta ci ricorda che Giano avrebbe “… regnato in Italia prima di Saturno e di Giove”.

Ovidio – per parte sua – ne “I Fasti” e ne le Metamorfosi afferma che Giano fissò la propria dimora sul Gianicolo che da lui prese il nome.

Per questo Giano, che nella più antica religione si era presentato come divinità solare, come alter ego al maschile di D-Jana, come divinità che, al mattino, apre e, la sera, chiude le porte del cielo, come ci rivela l’etimo latino di Janua, porta.

Giano nella religione

Giano finì così con il rivestire un posto sempre più elevato anche nel pantheon romano al punto che un suo sacerdote (il rex sacrorum), nelle processioni aveva la precedenza sui rappresentanti di tutte le altre divinità (compreso il sacerdote di Giove), mentre negli inni veniva invocato come “buon creatore”, cioè come creatore degli uomini (Ianus Pater) e padre Dio degli Dei (deorum deus, ovvero, deorum rex)”, padre in altri termini, di tutti gli uomini, della Natura e dell’Universo.

Divenne la divinità dell’apertura e dell’inizio, con caratteristiche simili a quelle della divinità solare che apre il cammino alla luce accompagnando l’attività umana nel corso della giornata.

D’altro canto l’iconografia ufficiale  rivela un  aspetto molto singolare di questa divinità, solitamente associato al femminile divino.

Alle origini della storia religiosa in Roma, Giano dovette essere annoverato anche tra le divinità marine, o – quantomeno – “acquatiche“; secondo una alternativa versione del mito, sarebbe stato il primo dio di Roma  dove giunse per mare dalla Tessaglia. Era quindi considerato l’inventore delle navi e il protettore della navigazione, dei porti e delle vie fluviali.

Soprattutto gli veniva  riconosciuta la potestà di far zampillare dal terreno sorgenti e polle d’acqua

Fonte: Umbria celtica



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