E mentre ci consideriamo tanto moderni soffiamo sulle nostre candeline e non ci rendiamo conto di essere impregnati di usanze antichissime, di credenze dei tempi che furono..
Dietro ogni nostra abitudine, dietro il modo in cui organizziamo le cose, dietro quello che mangiamo si nascondono tradizioni antiche non solo secoli, ma millenni.
La consuetudine di celebrare un compleanno con dei dolci sembra risalire agli Egizi e ai Persiani. I primi rendevano omaggio al Faraone con dei pani addolciti al miele. I Persiani, bravi nell’arte, seppur ancora ben lontana dalla nostra, della pasticceria, erano soliti confezionare preparazioni dolci per celebrare giorni importanti per sovrani o figure di rilievo.
Entrambi questi popoli servirono da ispirazione per i Greci: l’antenata della torta di forma rotonda si richiamava al disco lunare ed era preparata, nel sesto giorno di ogni mese (rituale mensile), in onore di Artemide, che era la dea della luna.
Si trattava di un dolce bianco a base di farina e miele con cui si voleva rendere omaggio alla divinità. Sul dolce venivano poste delle candele, simbolo della luminosità della luna.
I Greci credevano inoltre che spente le candele il fumo portasse in alto, alle divinità, preghiere e desideri.


Dagli dei al popolo
In base alle ricerche di Jean-Claude Schmitt, autore di L’invenzione del compleanno (Laterza, 2012), “La più antica attestazione medievale della celebrazione del compleanno si trova ne Il Milione di Marco Polo” e si riferisce all’uso dei Tartari di festeggiare l’anniversario della nascita del loro signore, divenuto imperatore della Cina.
In Occidente, una delle prime testimonianze riguarda il patavino Albertino Mussato (1261-1329). “Dopo Mussato, in Petrarca (1304-1374), Coluccio Salutati (1331-1406)e Poggio Bracciolini (1380-1459), la preoccupazione di annotare con precisione la propria età e di misurare il tempo che scorre si ritrova comunemente nella corrispondenza”. Tuttavia la prima attestazione scritta di un compleanno festeggiato con la torta, con sopra le candeline accese, 53 per l’esattezza, risale al 1802 e riguarda Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832).
Goethe aprì la strada a una tradizione che col tempo andò ad allargarsi alla classe borghese e finalmente, complice anche il diminuire dei prezzi di ingredienti come lo zucchero, alle classi popolari.
La conclusione di Schmitt tuttavia è che il festeggiamento “moderno è apparso soltanto quando ha cominciato ad affrancarsi dalla tradizione cristiana, che vedeva nel battesimo una ‘rinascita’ e nelle feste dei Santi il ricordo della loro nascita alla vera vita”. Tale conclusione pone la festa di compleanno al di fuori dell’ideologia religiosa, anzi in contrasto con essa. I cristiani infatti, inizialmente si mantenevano ben lontani da tali festeggiamenti considerati rituali eretici, usanze pagane, e ritendo inoltre che non ci fosse nulla da festeggiare nel giorno in cui, secondo la tradizione cattolica, si veniva al mondo, macchiati dal peccato originale.
Perché si festeggia l’anniversario della propria nascita con un prodotto da forno e non con un’altra pietanza?
Cercando nel milieu culturale mediterraneo, si scopre che il forno (ma anche il fornello da cucina e il focolare), nell’antichità, era paragonato agli organi sessuali femminili. Infatti la gravidanza era vista come un ‘processo di cottura’ dell’embrione all’interno del grembo, la cui cavità poteva richiamare quella di un forno (Ippocrate, Denatura pueri).
Di riferimenti al focolare, e più in generale all’atto del cuocere come metafora degli organi genitali femminili e del processo riproduttivo e generativo, si era servito a più riprese anche Aristofane, e tale immagine del focolare fu ripresa e sfruttata anche dalla cultura romana. Per esempio, Apuleio, in un’affermazione carica di doppi sensi, fa dire a Fotide, rivolgendosi a Lucio, di allontanarsi dal suo focolare (Antonino Caratozzolo, ‘Storie del focolare’, in ‘I quaderni del ramo d’Oro’, 2016).
La torta, in quanto prodotto uscito da un forno, potrebbe far pensare al parto, o più precisamente, alla nascita del festeggiato. La forma rotonda, poi, è di solito associata alla circolarità del tempo e, pertanto, potrebbe rifarsi al completamento di un ciclo/anno solare/lunare, trascorso.
La presenza delle candeline accese evoca anch’essa un focolare.
Nell’antica Roma, vi era un unico tempio a pianta rotonda ed era, per l’appunto, quello di Vesta, la dea romana del focolare. In quel tempio veniva conservato il fuoco sacro, espressione della domus e della famiglia. Le Vestali dovevano controllare il fuoco e impedirne lo spegnimento, giacché esso era un’emanazione della stirpe spirituale; la sua estinzione avrebbe potuto causare la fine della casata. Era dunque il fuoco a tutelare l’esistenza del lignaggio.


L’accostamento alla tradizione delle Vestali potrebbe sembrare forzato, se non fosse per un ulteriore elemento che l’avvicina alle produzioni da forno. Infatti, il 9 giugno di ogni anno (quindi si tratta di un “anniversario”), mugnai e panettieri, ossia gli addetti alle produzioni da forno, erano coloro i quali celebravano Vestalia, cioè la festa in onore della dea Vesta.
Scrisse Ovidio: “Ecco gli asini, che portano al collo ghirlande di pani; corone di fiori ornano le ruvide macine”. Una volta, i contadini si servivano dei forni solo per la torrefazione del grano e la dea dei forni ha il culto suo proprio. Il pane veniva cotto sul focolare, sotto la cenere; il fondo del focolare era coperto di terracotta. Perciò ‘‘il panettiere, e con lui l’asino che fa girare le macine di pietra pomice, onorano il focolare e la sua dea” ( Fasti 6, 311-318).


Rimarrebbe, allora, da capire perché le torte di compleanno siano prevalentemente bianche. È evidente che si tratti di un camouflage, dato che le torte escono dal forno con un bel colore brunito. Ma, in tal caso, perché nasconderlo sotto una superficie chiara? La spiegazione viene di nuovo dall’opposizione tra la vita e la morte; con la seconda che, alle nostre latitudini, è associata al nero e ai colori scuri, mentre gli altri riti di passaggio, che segnano le fasi della nostra vita, sono sempre associati all’uso del bianco o dei colori chiari.
Allora, se la torta di compleanno rappresenta la persona festeggiata, la sua vitalità e la sua buona salute spirituale e fisica, ecco anche spiegato perché a ogni anniversario il dolce sia meglio servirlo “imbiancato” e con tutte le candeline che ci spettano! Più candeline, più luce, più fuoco sacro nel nostro focolare, più fumo che trasporterà le nostre richieste e i nostri desideri nel mondo divino, per far sapere alla Dea che le Sue figlie ancora mantengono viva la sua sacra stirpe.. )O(
Fonti: academia.edu | pasticceriamax.it | modificati da Figlie della Madre