di Filippo Goti
Maria Maddalena o Maria di Magadala, è una delle figure del Nuovo Testamento che maggiormente hanno colpito l’immaginario dell’uomo di ogni tempo. La tradizione, e la vulgata popolare, ci hanno consegnato l’immagine di una meretrice pentita intenta ad ungere con balsamo e profumi preziosi i piedi di Gesù. Immagine forte e potente, il pentimento e la sottomissione che portano alla redenzione del peccato, e preludio di una nuova vita spirituale, libera dalle oppressioni e tentazioni di questo mondo.
Come ben sappiamo però questa non è l’unica immagine che è giunta fino a noi della Maddalena, vi è chi ha visto in essa la depositaria dell’insegnamento segreto del Cristo, chi addirittura la sua compagna, e chi la perpetuatrice della linea di sangue del Cristo. Indubbiamente un’immagine forte, capace di suscitare profondi dibattiti, forti identificazioni personali, simbolo del femmineo sacro, ed esaltazioni in merito ad antichi complotti perpetrati dalla Chiesa verso tutta l’umanità.
Peccatrice e poi Santa, oppure diffamata perchè compagna del Messia ? La sua storia suscita ancora oggi accesi confronti, e una varietà di posizioni alimentano un dibattito mai si sopirà, in quanto mai si sopirà la fecondità immaginifica di questa donna, capace di alimentare sogni, curiosità come nessun altro personaggio del nuovo testamento.
Scrive Monsignor Gianfranco Ravasi: “Nel 1989 Giovanni Testori mi chiese di premettere un profilo biblico a un suo volume dedicato all’iconografia di Maria di Magdala nella storia dell’arte (soggetto in cui sacro ed eros s’intrecciavano secondo una tipologia cara allo scrittore). Scelsi come titolo: ‘Una santa calunniata e glorificata’. Sì, perché ben inchiodato nella mente dei lettori c’è lo stereotipo che classifica questa donna evangelica come una prostituta redenta da Cristo.
La sua è effettivamente una storia di equivoci, che si sono consumati a diversi livelli. (…) Maria di Magdala era entrata in scena per la prima volta nel Vangelo di Luca come una delle donne che assistevano Gesù e i suoi discepoli coi loro beni. In quell’occasione si era aggiunta una precisazione piuttosto forte: ‘da lei erano usciti sette demoni’ (8, 1-3). Proprio su quest’ultima notizia si è consumato l’equivoco radicale che non l’ha mai abbandonata nella storia successiva.
Di per sé, questa espressione nel linguaggio biblico poteva indicare un gravissimo (il sette è il numero della pienezza) male fisico o morale che aveva colpito la donna e da cui Gesù l’aveva liberata. Ma la tradizione, ripetuta mille volte nella storia dell’arte e perdurante fino ai nostri giorni, ha fatto di Maria una prostituta.
Questo è accaduto solo perché nella pagina evangelica precedente – il capitolo 7 di Luca – si narra la storia della conversione di un’anonima ‘peccatrice nota in quella città’, colei che aveva cosparso di olio profumato i piedi di Gesù, ospite in casa di un notabile fariseo, li aveva bagnati con le sue lacrime e li aveva asciugati coi suoi capelli. Si era così, senza nessun reale collegamento testuale, identificata Maria di Magdala con quella prostituta senza nome.
Ora, questo stesso gesto di venerazione verrà ripetuto nei confronti di Gesù da un’altra Maria, la sorella di Marta e Lazzaro, in una diversa occasione (Giovanni 12, 1-8). E, così, si consumerà un ulteriore equivoco per Maria di Magdala: da alcune tradizioni popolari verrà identificata proprio con questa Maria di Betania, dopo essere stata confusa con la prostituta di Galilea. Ma non era ancora finita la deformazione del volto di questa donna. Alcuni testi apocrifi cristiani, composti in Egitto attorno al III secolo, identificano Maria di Magdala persino con Maria, la madre di Gesù!”.
Va detto, malgrado la forte affermazione di Ravasi, che non vi è accordo alcuno fra gli studiosi del Nuovo Testamento in merito alla distinzione fra Maria Maddalena e la meretrice, in quanto vi è chi sostiene l’esistenza di tre Maria, chi di due Marie, e chi di una sola Maria. Lasciando quindi il campo aperto ad ogni ipotesi personale. Del resto vorrei anche sottolineare come il termine prostituta non significhi necessariamente una dona dedita al mestiere più antico del mondo, ma anche una aggettivo che potrebbe esserle stato rivolto a causa dell’emancipazione di Maria Maddalena (donna giovane che seguiva un gruppo di uomini, o intima di Gesù), e che era contrario al ruolo di sottomissione che era riservato alle donne in tale epoca.
Maria Maddalena fu erroneamente (o volutamente?) identificata da Papa Gregorio Magno come una prostituta. Era il 591 (poco più di 200 anni dopo la proclamazione del Cristianesimo come religione ufficiale dell’Impero Romano da parte di Costantino I) e Papa Gregorio, mentre recitava un sermone, la identificò come la prostituta penitente che lava i piedi di Gesù (Lc. 7), confondendola con Maria di Betania, sorella di Lazzaro e Marta. Nonostante il fatto che in occasione del 2° Concilio Vaticano del 1969 la Chiesa Cattolica riconobbe questo errore, ancora oggi molti continuano a chiamare la Maddalena “prostituta”. Per espresso desiderio di Papa Francesco, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti pubblica un decreto, datato 3 giugno 2016, con il quale la celebrazione di Santa Maria Maddalena, viene elevata nel Calendario Romano Generale da memoria obbligatoria al grado di festa. La Chiesa sceglie di festeggiarla il 22 Luglio, il giorno della Festa pagana della Grande Madre..
I Canonici
Maria Maddalena trova ospitalità all’interno di ognuno dei quattro vangeli neotestamentari, e questo ad indicare l’importanza riconosciuta a questa figura sia in merito alla sua appartenenza alla ristretta cerchia degli intimi di Gesù, sia per il ruolo, come vedremo, di intermediaria fra questi e gli apostoli.
E’ da Luca che possiamo desumere la coincidenza, senza peraltro averne la certezza, fra Maria Maddalena e la prostituta pentita che lava con il balsamo i piedi al Cristo. Desumere e non avere certezza, amo ripeterlo, in quanto Luca narra dell’episodio della lavanda nel versetto che precede l’introduzione di Maria.
Al contempo Giovanni, omettendo di indicare Maria come ex prostituta, si limita ad affermare che Maria Maddalena è colei che ha lavato i piedi di Gesù. Omettendo la sua condizione di ex prostituta, quasi a voler sottolinearne la non rilevanza o veridicità, o a celarla in virtù del ruolo che essa ricopriva all’interno del gruppo di persone vicine a Gesù.
Ciò che sicuramente possiamo affermare in merito all’episodio della lavanda dei piedi, a prescindere chi ne fosse l’autrice, ha rivestito una grande importanza per gli evangelisti. Scena carica di simbolismo, in quanto i piedi rappresentano il percorso spirituale, il cammino, mentre il lavarli un gesto di grande devozione, di amore, e di sottomissione da parte di colui che lo compie nei confronti di colui che lo riceve.
Così come i capelli sono, ieri come oggi, simbolo della vanità femminile, ed asciugare con essi i piedi ha come significato rinunciare alla vita dell’apparire, per dedicarsi ad un percorso interiore. Se Maria Maddalena, e sottolineo il se, fu veramente la protagonista della lavanda dei piedi, tale scena ebbe una drammatica riproposizione dopo la morte di Gesù, quando la stessa Maddalena, assieme ad altri si erano accinti ad ungere Gesù nel sepolcro. Dimostrando ancora una volta l’enorme importanza di questa donna, intima a tal punto di poter toccare il corpo del Maestro sia quando era in vita, sia dopo la sua morte.
Attorno ai canonici, su cui ognuno di noi può trarre le impressioni e riflessioni maggiormente gradite, vorrei ancora portare all’attenzione gli evangelisti Luca e Giovanni e il loro sottolineare come Maria Maddalena fosse colei dal cui corpo erano usciti sette demoni. Sette rappresenta il numero della creazione, su cui si ordina tutta la manifestazione, dettato dall’unione del quaternario, il mondo materiale, con il ternario, il mondo spirituale o dell’energia: Sette sono i giorni della settimana, sette sono i colori, sette sono le note, ecc.. Sette sono inoltre i vizi capitali.
La liberazione, perché di liberazione trattasi e non ci è dato di sapere se questa dipenda da un atto di volontà di Maria o dall’azione di Gesù, può indicare anche il grado di maestria raggiunto dalla Maddalena, tale da essere ammessa nel seguito ristretto del Messia. Fatto questo che acquisirebbe enorme rilevanza nell’ottica dell’insegnamento segreto, e non divulgativo in forma di parabola, della cui esistenza sono certe molte scuole gnostiche e cristiano esoteriche. Il quale vedrebbe proprio personaggi, apparentemente minori, come la Maddalena e Giovanni esserne i depositari.
Così come possiamo vedere un legame fra le due Marie. La prima Madre vergine di Gesù, rappresentando la materia vergine degli alchimisti: la materia pura ed informe. La seconda la materia purificata e liberata da ogni inclusione, impurità, e incrostazione. Entrambe legate assieme, entrambe specula l’una dell’altra, entrambe estremi di un’Opera che trova Gesù come fulcro.
La tesi del profondo legame che unirebbe Gesù a Maria Maddalena sembrerebbe avvalorata dall’apparizione di Gesù, dopo la sua morte, proprio a Maria Maddalena, alla quale Gesù riconosce il poter di poterlo trattenere (da qui non mi trattenere perché non sono ancora salito al Padre). Così come il suo ruolo di intermediaria preferita risulterebbe evidente dall’essere annunciatrice ai discepoli della resurrezione del Maestro. Dimostrando quindi una sua familiarità ed informalità ad accedere al gruppo dei dodici, veramente eccezionale tenuto presente il quadro culturale dell’epoca che vedrebbe la donna separata dall’uomo per tutto ciò che è pubblico e religioso.
Maria Maddalena nella Legenda Aurea
Scritta in latino da Jacopo da Varazze (Iacopo da Varagine), che fu frate domenicano e Vescovo di Genova, la Legenda Aurea è un’opera, in latino, che raccoglie le vite di santi (agiografia), circa 150, di feste liturgiche e mariane . La sua stesura è collocata attorno al 1265 coprendo un arco di lavoro che arriva fino alla morte del suo estensore avvenuta nel 1298. Trattasi di un libro ritenuto fondamentale per interpretare l’arte sacra, e raccogliere informazioni, miti, aneddoti legati ai Santi e alla loro vita.
Le fonti utilizzate da Jacopo da Varazze non hanno fondamento storico, ma sono da attribuire a due suoi confratelli domenicani: Giovanni da Mailly e Bartolomeo da Trento. I quali hanno a loro volta attinto da leggende, narrazioni, e storie popolari che nel corso dei secoli si sono tramandate e stratificate all’interno dell’immaginario cristiano europeo. Ovviamente essendo stato l’estensore dell’opera anche Vescovo, quindi un uomo non solo di chiesa ma anche di comando del gregge dei fedeli, sarebbe riduttivo definire la Legenda Aurea un’opera di fantasia, in quanto a ben vedere non lo è. O meglio non è attribuibile, nelle sue molteplici pagine, al genio e all’arte di un singolo, ma espressione della religiosità popolare, del fecondo esercizio e pratica della fede cristiana che si era andata ad innestare all’interno di un terreno culturale e religioso già ricco in precedenza, e capace quindi di offrire nuovi germogli onde la forma di quanto era precristiano raccoglie il messaggio cristiano, e viceversa. Un ibrido che ancora una volta mostra come il cristiano era ed è una realtà eterodossa, e come i tentativi di ridurlo ad ortodossia sono votati all’impoverimento.
Andiamo adesso a presentare alcuni estratti della vita di Maria Maddalena così come riportati nella Legenda Aurea.
Prefazione di Sir Ian Sinclair: “Maria Maddalena era legata all’Ordine Regionale di Dan; Elena-Salomé, la moglie di Simone Zelota (Zebedeo), era invece un membro dell’Ordine di Asher, un Ordine nel quale le sacerdotesse erano conosciute come “Sacre Donne”, potendo anche disporre di beni propri. Elena come Gran Sacerdotessa dell’Ordine di Efeso, con il titolo di “Sarah”, aveva il diritto di indossare una veste o un velo di colore rosso. Queste donne di alto rango erano molto temute da Pietro, non solo per la sua nota avversione nei confronti delle donne, ma anche perché personaggi del calibro di Elena costituivano una minaccia costante per la sua posizione di dominio. La Chiesa Romana ha poi ereditato lo stesso atteggiamento negativo e le stesse paure. Le donne dell‘Ordine di Dan erano Naziree laiche, Maria Maddalena, come “Miriam”, era a capo dell’Ordine (l’equivalente di un vescovo anziano) e aveva il diritto di indossare abiti neri come i Nazirei e come i Sacerdoti o Sacerdotesse di Iside…”
cap. 2 “Maria deriva da Miriam, nome attribuito ad antiche sacerdotesse, mentre per Jacopo da Varazze, autore della Leggenda Aurea, che narra dello sbarco della Maddalena nel sud della Francia, Maria si traduce con “mare amaro” o “illuminatrice” o “illuminata”; intravvedendo in queste tre definizioni, le fasi del percorso iniziatico: la penitenza, la contemplazione interna, la gloria celeste. Usando un linguaggio esoterico, massonico, il “Mare Amaro” di Jacopo da Varazze, diviene espressione del V.I.T.R.I.O.L. (Visita Interiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem), un acronimo ermetico che indica la strada per la ricerca della Sapienza che, per colui che la intraprende produce sofferenza, dovendosi riflettere nel “mare amaro” della propria incompiutezza materiale; ma la contemplazione interna, per quanto “amara”, se ben condotta (rettificazione), è fonte di “illuminazione” nella via della Luce (occultum lapidem) per giungere, infine, al massimo grado di iniziazione di “Illuminato” nella Gloria.”
“Maria nacque da una famiglia nobilissima che discendeva dalla stirpe regale; il padre si chiamava Siro e la madre Eucaria. Insieme al fratello Lazzaro e alla sorella Marta possedeva Magdala, che si trova vicino a Genezareth, Betania, vicino a Gerusalemme e una gran parte di quest’ultima città. Quando i fratelli si divisero fra di loro tali beni, Maria ebbe in sorte Magdala, donde prende il nome di Maddalena, Lazzaro ebbe una parte di Gerusalemme e Marta Betania. Maddalena era dunque ricchissima, quanto ricca altrettanto bella e non rifiutava al proprio corpo alcun piacere tanto che era da tutti chiamata la peccatrice. Cristo in quel tempo stava predicando lì vicino, ed essa, per divina ispirazione, si recò nella casa di Simon lebbroso dove Cristo si era fermato; Ma non osando, la peccatrice, mostrarsi nel contesto dei giusti rimase in disparte; lavò, con le sue lacrime i piedi di Gesù, li asciugò con i capelli e accuratamente li unse con l’unguento prezioso. Pensava frattanto il fariseo Simeone: ‘Come può permettere un profeta di essere toccato da una peccatrice?’. Ma il Signore ne riprovò l’orgogliosa giustizia rimettendo alla donna ogni peccato. Costei è infatti quella Maria Maddalena a cui il Signore accordò ogni favore ed ogni senso di benevolenza: scacciò dal suo corpo sette demoni, l’accolse nella sua amicizia, si degnò di essere suo ospite ed in ogni occasione le fu difensore”.
Anche William Henry, autore di Mary Magdalene: the illuminator (the woman who enlightened the Christ), Maria Maddalena: la portatrice di Luce (la donna che illuminò il Cristo), esplora nuove letture simboliche sulla Maddalena, consegnandoci una nuova consapevolezza. Ecco alcuni estratti:
Maria Maddalena come una Shakti
“Nell’Induismo Shakti è il nome dato alle consorti o partner spirituali femminili di uomini che assolvono la funzione di maestri spirituali o divinità, i quali sono chiamati Shiva. Maria Maddalena sarebbe stata una Shakti. La figura della Shakti è molto importante per il Tantra, pratica spirituale che utilizza l’energia della Kundalini per raggiungere un livello di coscienza più elevato e la liberazione dall’ignoranza, dalla sofferenza e dalla rinascita – il Tantra puro ha lo stesso fine del primo Cristianesimo! La Kundalini è un’energia femminile ed è vista anche come una dea. La Shakti è una donna che ha “bruciato il velo” (Illusione, maya) e ha raggiunto una profonda conoscenza delle dinamiche universali; in altre parole conosce il funzionamento della Vita. La Shakti è la manifestazione dell’energia femminile che crea, e completa l’aspetto maschile, che è invece statico, il principio immanifesto della Realtà Divina. Il simbolo di questa dualità maschile – femminile è il CADUCEO di MERCURIO, che potrebbe simboleggiare l’unione di maschile + femminile, cielo + terra, cuore + mente. La Kundalini quando si risveglia è vista come un SERPENTE che sale e riattiva la conoscenza femminile latente (simboleggiata dal “frutto proibito”), e porta a stati di coscienza alterati e amplifica i poteri degli esseri umani (chiamati “Sidhis”, pronuncia “sci”). Il risveglio della Kundalini è anche chiamato il “risveglio pranico”. Un simbolo del Prana è l’Ankh egizia o “Chiave della Vita”.
L’alchimia e l’arte della profumeria
“Molti oggi (inclusi i Cristiani) ritengono che Maria Maddalena fosse intenta a studiare lozioni e profumazioni particolari dopo la crocifissione di Gesù, quando viveva in Francia. L’alchimia è sempre stata vista come un’arte profondamente esoterica riservata a un’esigua élite e ai più alti iniziati, ma può sorprendere scoprire che in antichità anche l’arte della profumeria era segreta. Questa arte nacque in Egitto e venne perfezionata intorno al 2500 a.C., ed era praticata solamente da determinate caste sacerdotali che conoscevano l’alchimia. Proprio perché l’alchimia e l’arte della profumeria nacquero in Egitto il nome antico di questo Paese, Al Khem, potrebbe aver dato origine all’odierna parola “alchimia” (“alchemy” in inglese). Anticamente non vi era separazione tra cosmetici, medicinali, spezie,…ma tutto era usato per guarire. Dunque non si confezionavano profumi e cosmetici per preservare la bellezza del corpo, ma per mantenerlo in salute. L’arte della profumeria era principalmente svolta all’interno del Tempio di Hathor / Ishtar presso Denderah.
Maria Maddalena unse il corpo di Gesù crocifisso con un misterioso olio, che si dice garantisca la sopravvivenza della coscienza dopo la morte del corpo fisico e impedisca la rinascita, per liberare l’Anima dalla schiavitù umana. Ad oggi nessuno ha ancora identificato con certezza da cosa fosse costituito questo olio, anche se alcuni affermano che potrebbe essere prodotto dal corpo umano stesso e quindi ciascuno di noi è in grado di assicurare la sopravvivenza della coscienza oltre la dissoluzione del corpo fisico attraverso un lungo lavoro di purificazione (come i teurgi!). Si dice che Maria Maddalena trascorse il suo tempo dopo l’arrivo in Francia a studiare profumeria.“
Maria Maddalena e la misteriosa sostanza cosmica con la quale unse Gesù crocifisso
“Potrebbe darsi che quando viene detto che Maria Maddalena lavò i piedi di Gesù con le sue lacrime in realtà ci si riferisca ad una sostanza cosmica trasformativa che proverrebbe da M82, ovvero dall’Orsa Maggiore (Ursa Major), definita la “fabbrica delle stelle”; tale sostanza cosmica viene emessa durante l’esplosione di una stella o l’esplosione che dà vita a una nuova stella al centro di una galassia. Nella nostra Via Lattea questi eventi non si verificano da ben 200 milioni di anni, per cui si pensa che la sostanza utilizzata dalla Maddalena provenga dall’Orsa Maggiore. Da qui provengono degli “spray cosmici” costituiti da particelle subatomiche (protoni, neutrini, quark e muoni) e probabilmente anche da frammenti di anime. Questo misterioso olio o sostanza cosmica se cosparso sul corpo elimina la paura, porta illuminazione e prepara a salire sulla Scala per il Paradiso, per ricongiungersi a “Dio”.
L’olio usato da Maria Maddalena per cospargere il corpo di Gesù sarebbe lo stesso utilizzato dall’Arcangelo Michele per ungere Enoch quando questi giunse al 7° Cielo, come raccontato nel Libro di Enoch. Il profeta, quando giunse nella “Casa” del Signore era terrorizzato, così “Dio” ordinò all’Arcangelo Michele di spogliare Enoch delle sue vesti e di ungerlo con l’olio santo e “vestirlo” come loro. Questo tolse ogni paura ad Enoch. A tal proposito bisogna menzionare il fatto che lo pseudonimo francese di Maria Maddalena era “La Signora delle Acque,” “ La Dompna del Aquae” in lingua occitana. Infatti in Languedoc la Maddalena è chiamata in questo modo; tale nome deriva dalla menzione della Fontana delle Acque Vive della Canzone di Salomone nell’Antico Testamento (4:15) alla quale è stata associata Maria Maddalena. Invece molti credono che questo nome le è stato dato dopo il suo arrivo in Francia, visto che dovette viaggiare per mare. Per i primi Cristiani il simbolo dell’Acqua Viva era il Pesce; si trovano tantissime raffigurazioni di pesci nelle catacombe romane ma anche nei sigilli cilindrici sumeri e in altre parti del mondo. L’Acqua Viva è diversa dalla comune acqua in quanto è cosmica, ha un’azione stimolante nel senso che favorisce il “risveglio”. L’unica fonte di Acqua Viva è quella del Tempio di Salomone.”
Conclusioni
Appare fin troppo evidente come il quadro che Jacopo da Varazze tratteggia attorno alla figura della Maddalena, sia in se e per se capace di suggestionare, di essere terreno fertile per tutti quei miti che da sempre accompagnano la figura della Maddalena, e che tanto sembrano appassionare scrittori, fanciulle più o meno in tenera età, e amanti del sacro femmineo o di ierogamiche unioni e ed ipotesi di complotti. Personalmente mi limito a considerare quanto emerge evidentemente, e ritengo che già di per se rappresenti la sottolineatura dell’eccezionalità di tale figura nell’ambito del cristianesimo primitivo, esclusivamente dominato da figure maschili, quasi sempre forgiate nelle ristrettezze della cultura giudaica del tempo.
Dalla Legenda Aurea emerge come Maria Maddalena fosse una donna di alto lignaggio, di famiglia benestante ed istruita, dedita ai piaceri della vita, ma anche autonoma ed intraprendente. Potrebbe quindi il suo essere definita “prostituta” il tentativo da parte di ebrei e giudei cristiani, legati ad una visione patriarcale della famiglia e del ruolo della donna, come il tentativo di osteggiare, denigrare, sminuire, una donna che era fuori dai loro canoni morali, potenzialmente destabilizzante di rapporti sociali e di un ordine incentrato su di un ruolo servile della donna all’interno della struttura familiare del tempo legata alla figura del patriarca.
Al contempo è evidente come la sua volontà di riconoscersi peccatrice innanzi a Gesù senza alcuna sollecitazione, la sua ricerca del Maestro, la sua sottomissione, il gesto di ungere i piedi (riconoscere la sacralità del cammino, e la sottomissione all’insegnamento: Gesù è seduto e Maria inginocchiata innanzi a lui), rendono Maria, agli occhi degli uomini di Chiesa, un esempio da seguire. Colei che abbandona la vita precedente per consegnarsi al cammino divino, abiurando i beni e le comodità di questo mondo.
Inoltre si evidenzia, nella conclusione dei brani riportati, come Maria avesse assunto la figura di guida della comunità dei cristiani esuli in Provenza: essa dispensava il battesimo, in seguito prerogativa attribuita al sacerdote, era intermediaria attraverso le preghiera con Gesù, funzione solitamente riconosciuta a Maria madre di Gesù, narrava e trasmetteva l’insegnamento cristiano, ed era ritenuta da nobili e notabili fulcro della comunità cristiana.
La verità non è venuta nuda in questo mondo, ma in simboli e in immagini.
(Vangelo di Filippo)
Possiamo sicuramente affermare che siamo innanzi ad un figura sicuramente importante, ma su cui non sarà mai possibile risalire ad un verità storica sul ruolo che essa ha avuto all’interno della comunità dei primi cristiani, di coloro che erano vicini a Gesù. Del resto non ci poniamo neppure questo problema, e lo lasciamo a coloro che necessitano di toccare e di vedere, in quanto a noi preme maggiormente il riscontrare come Maria Maddalena possa rappresentare un soggetto a cui attribuire una molteplicità di significati.
A questo punto della nostra evoluzione non possiamo asserire di essere gli unici a detenere la verità sulla vita, ma possiamo di certo esplorare varie opzioni se non altro per iniziare una lunga ricerca della Verità che inizia solo ora e che non sappiamo dove ci porterà.
Mente e cuore aperto.. buon viaggio! )O(
Fonte: Fuoco Sacro | La nuova me spirituale
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