Alle Origini, Antiche Conoscenze, Antichi Riti Femminili, Solstizi

Santa Lucia e l’Arte Femminile della ‘Medicina dell’Occhio’

‘Occhio di Santa Lucia’, Astraea rugosa..

Questo ‘gioiello di mare’, simbolo popolare di protezione e saggezza, vive su fondali rocciosi dove si nutre di alghe. L’animale secerne, oltre alla conchiglia che è la sua abitazione e protezione, un opercolo calcareo ricoperto di uno strato corneo che utilizza come “porta di casa” quando si ritira completamente all’interno della conchiglia.

L’opercolo ha una forma tondeggiante-ellittica, con il lato esterno convesso e di color arancio-rosato. La parte interna invece, a contatto con l’animale, è piatta e di colore bianco, con una spirale verso il centro.

Alla morte del mollusco l’opercolo si distacca e si “concede” alla volontà delle correnti marine, finendo spesso la sua corsa sulle nostre spiagge, oppure nelle reti di qualche fortunato pescatore.

A cosa deve il suo nome questa bella conchiglia? Incominciamo da OCCHIO.

Certamente per la sua forma, vagamente somigliante ad un occhio. Nel mondo l’Occhio di Santa Lucia è conosciuto come “Occhio di Naxos” in Grecia, “Occhio di gatto” in Australia e Nuova Zelanda, “Occhio di Shiva” in India..

[L’Occhio di Shiva in India è associato al chakra del terzo occhio e portato addosso aiuta ad aprirlo completamente. Il terzo occhio dei chakra, se aperto completamente fa acquisire una consapevolezza superiore degli avvenimenti permettendo di notare dettagli che prima non si vedevano.

Shiva è una divinità e questa pietra, nella tradizione, rappresenterebbe il suo terzo occhio. In quanto terzo occhio ha la proprietà, se portiamo la pietra con noi, di darci una migliore ”visione mentale” delle cose, cioè aumenta la nostra capacità di intuizione e di comprensione degli eventi della nostra vita nel loro complesso. Inoltre se utilizzata nella meditazione questa pietra aumenta la nostra capacità di vedere meglio dentro noi stessi per una maggiore introspezione. Infine questa pietra, sempre secondo la tradizione, grazie al ”terzo occhio di Shiva” ha una funzione di protezione assicurata proprio da Shiva stesso.]

Occhio positivo, comunque, ritenuto capace di opporsi all’altro, quello negativo e malefico, e per questo divenuto uno degli amuleti più popolari che la tradizione sarda ha utilizzato ed ancora utilizza contro il malocchio.

Questa credenza, che attribuisce ad alcuni la capacità di trasmettere malefici attraverso gli occhi, è di lontana origine. Diverse le modalità di trasmissione del flusso negativo, che, come lascia intendere la parola, passa dallo sguardo: infatti si dice che gli occhi abbiano la capacità di trasmettere all’esterno le forze nascoste nel corpo.

Si parla di Malocchio anche nella mitologia dei antichi popoli. Lo sguardo rabbioso delle donne dell’Illiria poteva uccidere, il gigante Balor delle leggende celtiche poteva addirittura trasformare il suo unico occhio in un’arma letale e Medusa aveva la capacità di tramutare in pietra chiunque incontrasse il suo sguardo.

Questo magnetico potere posseduto dagli occhi veniva attribuito soprattutto agli esseri umani sospettati di stregoneria, in particolar modo alle donne. Nel tempo si è sempre cercato un antidoto a questo terribile male che scatenava, nei soggetti colpiti, malesseri e malattie.

Era necessario, quindi, contrapporre il potere di un “occhio buono”, capace di bloccare ogni altro occhio malevolo. Per trovare il giusto rimedio sono stati studiati riti particolari, consolidatisi nel tempo, capaci di preparare l’antidoto contro i malefici.

Il rito magico-terapeutico più conosciuto contro l’aggressione dell’occhio è quello detto della “medicina dell’occhio“. Gli elementi utilizzati erano grano, acqua, sale, olio, orzo, riso, pietra, corno (di muflone, di cervo, di bue), carbone, carta e l’opercolo dell’astraea rugosa , il ‘buon occhio’ divenuto popolare successivamente come l‘occhio di Santa Lucia.

Perchè l’occhio è associato ad una FIGURA FEMMINILE?

Perchè erano sempre in linea femminile che venivano ereditati gli oggetti magici, gli amuleti, i riti terapeutici che preservano dal malocchio ed era sempre la donna che gestiva la pratica della “medicina dell’occhio”.

Francesco Zaganelli Painting, St. Lucy, Metropolitan Museum of Art

Perchè è associata ad una figura femminile ‘SANTA’?

Perchè la Chiesa, nell’intento di sconfiggere le abitudini pagane, ha cercato di “assorbirle”, rivestendole di significato cristiano.

LUCIA Vergine di Siracusa (torturata e uccisa il 13 dicembre, 304 d.C. con l’accusa di seguire la nuova religione prima, e di stregoneria dopo vari tentativi di corromperla, per poi diventare martire e santa per la sua devozione alla fede cristiana) considerata protettrice della vista, per via dell’etimologia del suo nome dal latino ‘lux-lucis-lucem’: luce, splendore. Lucia significa “Lucente”, “luminosa” [venuta dalla luce], “splendida”.

Mary MacArthur Art

Portatrice di Luce quindi, come le antiche dee… Lucina, Artemide, Sunna, Brigit.. LUCIA nata a Siracusa, in cui guarda caso, Artemide, era particolarmente adorata. Inoltre, ad entrambe sono sacre l’isola di Ortigia e la quaglia, ed entrambe sono ‘vergini’.

E viene festeggiata nel cosiddetto “giorno della luce”, il 13 dicembre, che nel calendario giuliano corrispondeva al solstizio d’inverno ed era quindi il giorno più corto dell’anno. Solstizio d’inverno, Yule, che rappresenta il ritorno della luce nel mondo.

Gesti, luoghi, memorie e riti arcaici si sono incorporati nelle preghiere della religione patriarcale, che tentando di distruggerle, per ironia, le hanno traghettate fino a noi..

©Mario Virdis/Daniela Libanori

Figlie della Madre )O(


Non con gli Occhi
Diario di una strega quantistica
Il Terzo Occhio
Viaggio alla ricerca della consapevolezza

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...