Fin dai tempi più remoti, la quercia fu considerata un albero sacro e oracolare. Il suo culto risale alla preistoria delle civiltà romana, greca e celtica. Considerata dai Celti la regina della foresta, gli aggettivi con cui la descrivevano erano forte e perfetta, grazie ai suoi imponenti rami, e salda per possedere della radici ancor più grandi.
Era il simbolo della fertilità dei mesi solari, ma soprattutto simboleggiava la salda protezione, la forza primordiale e l’abilità di sopravvivere anche nei periodi più difficili.
Spesso viene raffigurata come “l’Albero della Vita”. E’ un albero che può vivere molto a lungo; alcuni esemplari hanno superato i 1000 anni di vita.
La quercia è un albero che ha in sè il senso della completezza e dell’eternità, poiché sulla sua chioma nascono i fiori di entrambi i sessi.
Portando con sè il seme maschile (il padre) e il seme femminile (la madre), possiede il dono di procreare un terzo (il figlio) che lei stessa è.
Ne consegue che il numero 3 le appartiene.
I Celti ritenevano che il mondo fosse sostenuto e alimentato da una quercia, ma credevano anche che un giorno sarebbe finito se il suo tronco, che sorreggeva il cielo, si fosse spezzato. Tra i rami, sempre secondo i Celti, dimoravano gli dei del cielo, e proprio per questo, le navi, le porte di casa e gli scudi dovevano essere fatti con il legno della quercia.
Le rappresentazioni che la quercia assume nella tradizione europea sono molto numerose.
A causa delle sue grandi proporzioni è sempre stata considerata un albero cosmologico e antropologico per eccellenza, oltre che essere considerata come “albero della saggezza”. Zeus l’aveva adottata come albero prediletto ed infatti la quercia rappresenta il Sole ma anche il cielo scuro e nuvoloso, il posto naturale del dio della folgore e del fulmine. Era l’albero oracolare… Nel più antico oracolo greco a Dodona, nell’Epiro le profetesse erano donne. Chi veniva a consultarlo si avvicinava alla quercia e l’albero si agitava un po’, poi le donne prendevano la parola e riferivano quello che Zeus gli aveva detto. I primi Greci chiamavano le querce “pròterai matéres”, le “prime madri”. Non stupisce quindi che le querce abbiano preceduto gli uomini, i padri degli uomini, cioè gli dèi, ed anche le api, che simboleggiano l’anima immortale e che abitano i tronchi scavati delle querce.
Fu nel tronco spaccato di una quercia che i Dioscuri ellenici si nascosero dai loro nemici, ovvero nel “grembo della madre”.
Si dice che la quercia fu il primo albero che spuntò sulla terra e non fornì solo il miele, ma anche la ghianda (da cui il nome di balanofagi dato ai primi uomini).
Secondo le credenze italiane, ceche, germaniche, serbe ecc. è un ciocco di quercia che, la vigilia di Natale bisogna far ardere sul fuoco, poiché essa è simbolo di rinascita, di avvento, di luce che torna dopo il buio.
In nessun paese del mondo, però, si può pensare di trovare il culto della quercia così diffuso come nella Gallia dei Druidi, dove le querce hanno fatto, per moltissimo tempo, le veci delle case, quando anche il dio Teute stesso veniva rappresentato sotto l’aspetto di una quercia. Il culto della quercia, per un Druido, era analogo al culto della propria casa, del suo tempio, e del proprio paese.
La quercia, l’albero della vita celtico
La maestosa quercia è un albero dal profondo significato. I suoi frutti sono in grado di sfamare uomini e animali, la sua grandezza le consente di ricavarsi molto spazio nel bosco, la sua longeva vita la dipinge come fonte di saggezza, le foglie possono essere utilizzate per curare un gran numero di malattie e di disturbi.
Per tutti questi motivi, quando si parla di albero della vita celtico, si trovano quasi unicamente rappresentazioni di grandi querce dai complicati intrecci.
Per la popolazione celtica il tronco dell’albero rappresentava il mondo fisico, quello in cui tutti noi siamo immersi e viviamo. Le radici, invece, che affondano nel terreno, rappresentavano il collegamento con i mondi inferiori e, al contrario, i rami protesi verso l’alto erano il collegamento con i mondi superiori.
L’albero della vita celtico altro non è che una metafora per spiegare il viaggio della vita di ogni uomo. Le radici rappresentano la parte più allo stato brado di se stessi che, però, può essere modificata crescendo e maturando. Il tronco e i rami sono il percorso di ognuno di noi, motivo per cui alcuni rami sono nodosi e si interrompono senza foglie. Questi particolari rami rappresentano le strade sbagliate, gli errori che non portano a niente ma che possono essere corretti.
Maturare spiritualmente, per i Celti, significava superare ostacoli, commettere errori e porvi rimedio. Per questo l’albero della vita è un forte simbolo di rinascita e di cambiamento.
L’albero della vita oggi
Questo archetipo è molto comune a apprezzato ancora oggi. Esistono molti ciondoli che lo raffigurano e il suo profondo significato simbolico si adatta perfettamente anche ai nostri tempi.
Il suo messaggio è: ”Rinsalda le tue radici, per non dimenticare le origini, il passato e le relazioni importanti (familiari e amici)… torna con i piedi ben piantati per terra, vivendo pienamente su questo livello fisico-materiale… Sii radicato come un albero: saldo nelle sue radici, in equilibrio e in connessione con la Madre Terra e il Mondo Superiore.”
Radicamento
Il radicamento è la connessione energetica alla terra, il contatto e la percezione della realtà terrena.
Stabilità, equilibrio e centratura sono strettamente legati alla nostra connessione primordiale con la terra. Il potenziamento della connessione con la terra avviene dalle gambe e dai piedi. Le gambe e i piedi sono i nostri canali verso il terreno, i due grandi percorsi attraverso cui l’energia fluisce collegando il nostro asse centrale con il nucleo pulsante di Madre Terra. È importante avere consapevolezza di come questi canali, tanto più sono percorsi da energia, tanto più diventano solidi, dandoci sostegno e aumentando il nostro radicamento. Quanto più profondamente siamo radicati ad essa, tanto più siamo spinti ad allinearci verso l’alto, verso un più elevato livello di consapevolezza.
Esercizio di Radicamento
Chiudi gli occhi. Assumi una posizione rilassata, seduto con i piedi posizionati a diretto contatto con la terra. Concentra la tua attenzione sulle gambe e sui piedi, radicandoti attraverso il respiro. Inizia a percepire consapevolmente l’energia terrestre fluire dal basso verso l’alto. Immagina che i tuoi piedi siano come le radici di un albero che affondano nella terra, donandoti equilibrio, stabilità e concretezza.
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