Alchimia, Solstizi

Solstizio d’Estate – Il trionfo della luce e le Nozze Alchemiche

L’OFFERTA DELLA TERRA AL SOLE, L’ANIMA UMANA SI APRE AL COSMO.

‘Ogni anno in occasione del solstizio d’estate, 20/21 Giugno, numerose sono le celebrazioni che in ogni parte del pianeta vengono ancora oggi dedicate al Sole, alcune risalenti a rituali di antiche civiltà che erano maggiormente connesse agli elementi della Natura. Litha, Casmaran, Alban Heruin, Kupala, la Porta degli Uomini, la Notte di Mezza Estate…

In questi giorni, per Rudolf Steiner, vi è una relazione tra la luce delle lucciole e le immagini della Terra: le lucciole accendono le loro piccole luci nei campi di grano nelle notti d’estate, per ricordare agli uomini come appare la Terra agli Esseri che la osservano dalle lontananze cosmiche nei giorni del solstizio: una luce che s’accende nel cosmo. E come la Terra, anche gli uomini si “accendono” e risplendono nello spazio.

Le notti si sono fatte sempre più brevi e i giorni sempre più lunghi; la Luce Solare, nella sua relazione con il Cristo-Sole e quindi con la nostra Coscienza, è ora alla sua massima espressione. Così come la Luce, anche la nostra Coscienza si espande verso le altezze, portando con sé i doni maturati nei mesi freddi, fecondati nell’anima durante l’oscuro inverno.

In una grande alchimia cosmica, le forze argentee della Terra salgono verso il Cielo e vengono intessute dal Sole di uno splendore d’oro, che viene poi nuovamente consegnato alla Terra. La Terra “espira” quanto ha inspirato nei mesi bui, e questo avviene anche per la nostra Anima. Anche noi, nei nostri corpi sottili, diventiamo in estate degli esseri risplendenti.

Il termine solstizio deriva dal latino sol stat, e sta a significare la sosta del sole, poiché sembra che il sole si fermi in quei giorni, in quella sua massima altezza, prima di cedere alla discesa. Nel linguaggio celtico attuale il solstizio viene chiamato Alban Heruin, ossia Luce della riva, poiché è come se ci fosse una “riva”, o linea di confine tra il salire e il decrescere della luce.

Il solstizio d’estate, infatti, mentre porta il Sole in culminazione, ci ricorda che da quel momento la forza-giorno comincia a cedere il passo alla forza-notte. La luce solare del giorno incontra la luce lunare della notte. Come a Natale, quando nel culmine delle tenebre comincia la risalita del Sole, ora inizia lo stesso processo invertito. Il Sole entra nel segno del Cancro, il segno della grande maternità cosmica, governato dall’astro lunare. Durante il solstizio, Sole e Luna s’incontrano, si scambiano le forze fino a quando le ritroveranno sei mesi dopo.

Questo dialogo tra opposti ci racconta che niente nella vita è statico, che quando abbiamo raggiunto il massimo della salita inizia il declino, e dal massimo declino inizia la salita, così come nel culmine della tristezza possiamo preparaci ad incontrare la gioia e nel culmine della gioia l’inizio di una nuova discesa.

Nei giorni solstiziali, dal 21 al 24 giugno, nell’eccitante luminosità e nel calore dell’inizio estate, è importante celebrare questo insegnamento, sapere che mentre celebriamo la gioia della potenza del Sole si sta già preparando il suo allontanamento.

Come tutti i giorni che segnano una “riva”, un momento di passaggio, anche questi sono carichi di particolari forze mistiche e curative. Alla rugiada di San Giovanni si attribuisce il potere di migliorare la vista, far crescere i capelli, ringiovanire la pelle ed anche rendere fertili le donne sterili.

>>L’Acqua di San Giovanni: Erbe, Fiori e un pizzico di Magia<<

L’iperico, detto anche “erba di San Giovanni”, dal bel fiore giallo a forma di stella, è l’erba della felicità. Usato come antidepressivo, può aiutare a guarire dalla malinconia, ma anche da diverse malattie. Il suo nome, Hyperikon, significa “proteggere”. A questa pianta infatti era anticamente attribuito il potere di proteggere da entità negative.

Anche la quercia è una pianta che ha una relazione con il solstizio. Essa infatti fiorisce in questi giorni e segna proprio il passaggio della Luce, da crescente a calante. Il suo legno veniva usato per accendere i falò nella notte di San Giovanni. La forza enorme con la quale questa pianta s’inserisce nella vita, racconta di quanto è forte la vita solare in questo momento.

Per caricare il corpo con la magica e potente energia/luce dei giorni del solstizio si può compiere l’antico rituale del Saluto al Sole.

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Tj Drysdale Photography

IL MATRIMONIO ALCHEMICO

Nei giorni del Solstizio d’estate il Sole entra nella costellazione del Cancro, un segno d’acqua, e l’incontro dell’acqua col fuoco viene definito da tante tradizioni come “nozze alchemiche”.

Così mentre la luna accende in noi capacità come l’intuito e la fantasia, l’emozionalità, il sentimento, il sole invece potenzia le nostre capacità cognitive, intellettuali e razionali. Queste caratteristiche risuonano in tanti riti che si svolgono in quei giorni in tantissime parti del mondo, così diventa fondamentale fare un bagno purificatorio, possibilmente nelle acque di un fiume ed altrettanto purificatorio sarebbe saltare su un fuoco ardente. Il fuoco genera luce e calore. La luce ed il calore danno vita all’acqua e noi siamo acqua.

Secondo gli alchimisti sarebbe proprio questo il momento migliore per la realizzazione della Grande opera, per trovare la pietra filosofale che ci consenta di trasformare il piombo in oro. Come ben sappiamo, metaforicamente la terminologia alchemica allude al piombo che siamo noi, con tutte le nostre passioni e pulsioni, che ci appesantiscono e ci spingono verso il basso. Riuscire a sciogliere il piombo nell’Atanor del nostro “Io” consente di realizzare l’oro che è in noi, e consente di diventare più luminosi grazie alla nostra vera Luce interiore.

>>Un Amore di Fuoco e di Acqua<<

Le nozze alchemiche alludono anche alle prorompenti possibilità offerte dall’incontro tra energia e materia. Tutti gli alchimisti sono stati sempre concordi nel ritenere lo zolfo l’elemento fondamentale della materia, e alchemicamente l’unione tra l’elemento maschile e quello femminile può avvenire solo grazie al “fuoco segreto”, detto anche “Sale”, che genera un ribaltamento, una inversione, che ricorda il percorso del Sole che si inverte, ed è per questo che il solstizio d’estate viene visto come un momento magico, un momento in cui l’uomo può imparare a distogliere la sua attenzione dalla realtà esterna per rivolgersi verso la sua interiorità e la sua anima: “Quando l’Oro viene unito alla sua sposa, allora anche lo zolfo coagulante che nell’Oro volgare era rivolto verso l’esterno, viene rovesciato verso l’interno”, dice Filalete in una sua opera intitolata: “L’Entrata aperta al palazzo chiuso del Re”. Lo zolfo viene ritenuto “coaguante” dal momento che, da una parte può dare la vita, dall’altra però può anche bruciare, seccare, uccidere, addensare e putrefare, mentre il mercurio è invece acquatico e dissolvente.

“Solve et coagula” era infatti il motto degli alchimisti e si riferisce metaforicamente all’operazione di dissolvimento delle negatività del nostro “Io” e alla successiva “coagulazione” di ciò che è invece positivo, come la Fenice che muore e rinasce dalle sue stesse ceneri. Il principio del “solve et coagula” lo ritroviamo oggi anche nella scienza, allorquando parliamo di “analisi e sintesi”, oppure anche in psicologia, allorquando, per risolvere una patologia, ad esempio una fobia, occorre individuare ed analizzare tutte le possibili cause che potrebbero averla determinata, attraverso la frammentazione dell’Io, e solo successivamente procedere al “coagula”, alla ricerca della soluzione, attraverso la deframmentazione dell’Io.

Questo è il compito di chi, attraverso una costante lotta quotidiana, si rivolge alla conquista della reintegrazione universale: come disse il grande studioso che ha recentemente oltrepassato la Soglia, Nicola Ingrosso, il “solve et coagula” è assimilabile alle operazioni di Binah e Hochmah, di Logica e Intuizione, e “dalle loro nozze potrebbe nascere il figlio Androgino, il Sé … quel Coagulo Immortale capace di tutto dissolvere”, infatti soltanto individuando, conoscendo e dominando gli attributi e le caratteristiche di entrambe le Sephirot possiamo giungere all’Unità della loro fusione, alle Nozze alchemiche di Intelligenza e saggezza, ed infine alla consapevolezza, che ci porterà all’Illuminazione.

Si può celebrare tutto questo attraverso musiche e danze, accendendo fuochi, o candele, simbolo del Sole, durante la notte, e benedicendo l’acqua, simbolo della Luna e della Terra. Si può meditare su Madre Terra, sulla sua incondizionata offerta al Sole, affinché anche la nostra Anima possa vivere la stessa offerta, porgendo i valori e la capacità acquisite, immergendosi nella potente Luce senza smarrire se stessa, ma vivendone consapevolmente tutta l’aurea bontà e bellezza.

Buon Solstizio a tutti/e! Felice Litha!
Un abbraccio di Luce.
Figlie della Madre )O(


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Valerio Sanfo

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Fonti:
lorettamartello.it
metroct.it

1 pensiero su “Solstizio d’Estate – Il trionfo della luce e le Nozze Alchemiche”

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