Alle Origini, Solstizi

San Giovanni Battista, la Dea e il Solstizio d’Estate

di Elena Cesaretti

La parola solstizio viene da sol stat (il sole sta) e non indica un giorno ma un lasso di tempo durante il quale le giornate non si allungano né si accorciano.

Nelle tradizioni precristiane matrifocali, le giornate solstiziali (27 Dicembre per l’Inverno, 24 Giugno per l’Estate) sono sacre. La cultura cristiana ha sovrimposto ai due solstizi il nome di un santo, Giovanni. Dal 24 Giugno (san Giovanni Battista) il nostro astro scenderà fino al 24 Dicembre, per poi ricominciare la sua ascesa il 27 Dicembre, tre giorni più tardi (san Giovanni Evangelista).

Secondo un’antica credenza, il Sole (Fuoco) si sposa con la Luna (Acqua). Da qui i riti dei falò e della rugiada, ancora presenti nella tradizione contadina e popolare. Non a caso gli attributi di san Giovanni sono il fuoco e l’acqua. Una comoda associazione, da parte del cristianesimo, per sovrapporsi alle antiche celebrazioni.

Il 24 giugno si ricorda la natività di san Giovanni Battista, colui che battezza il Cristo (re Sole).

L’antica tradizione vuole che il 24 giugno il dio sole perda la testa (san Giovanni decollato), ovvero, il sole all’apice cada e lentamente discenda negli inferi per poi rinascere in Dicembre.

Più scientificamente il Sole (simbolo del Fuoco divino) entra nella costellazione del Cancro (simbolo delle Acque e dominato dalla Luna) dando origine all’unione delle due opposte polarità.

Un Amore di Fuoco e di Acqua

L’altro san Giovanni, l’evangelista, viene festeggiato il 27 dicembre, solstizio d’inverno. per alcune fonti gnostiche il secondo Giovanni, “fratello” di Gesù, in realtà è donna.

Autori, come Cicerone e Macrobio, mettono il nome del dio in relazione al movimento facendolo derivare dal verbo īre (andare), perché «il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da se stesso a se stesso ritorna».

Il 24 Giugno e il 27 Dicembre, yĕhošūa e yehohanàn (stessa radice del nome Giovanni nonché di Giano, da yh che significa dio, san giovanni di dio) si scambiano il trono del sole.

Una leggenda dice che solo allo scoccare della mezzanotte, – vigilia del 24 Giugno – una pianta di felce che nasce accanto ai ruscelli ‘fiorisca’. Chiunque riesca a cogliere questo ‘fiore‘ sarà in grado di vedere attraverso lo scorrere del tempo.

Il solstizio è quindi il passaggio, la porta tra l’estate e l’inverno, tra la terra e gli inferi, tra la materia e l’ombra, e viceversa. I solstizi due porte celesti che il Dio Sole attraversa per salire verso il cielo a Dicembre e per scendere verso gli inferi a Giugno. Yana in sanscrito significa porta.

Le due porte solstiziali sono collegate a due miti antichissimi: quello della Caverna Cosmica e quello dell’Uovo del Mondo.

L’entrata e l’uscita dalla Caverna Cosmica avvengono attraverso due porte: la prima è la Porta degli Uominilegata al Solstizio d’Estate e al segno del Cancro, la seconda è la ‘Porta degli Dèi‘, legata al Solstizio d’Inverno e al segno del Capricorno.

La Caverna Cosmica è considerata come un simbolo di iniziazione, legata al simbolo del cuore come centro, ovvero come luogo della manifestazione dell’essere. L’Uovo del Mondo un luogo in cui l’essere rinasce dopo la trasformazione.

Giano è il personaggio che apre e chiude le due porte del ciclo annuale con il suo strumento privilegiato: le chiavi. Lui possiede le fatidiche chiavi che consentono l’accesso a una porta e all’altra. Giano è il dio con due teste, Giano Bifronte e i suoi due volti rappresentano nella tradizione il passato e il futuro.

A Giano invero è attribuita una terza faccia, coerentemente alla triade matriarcale: quella tra il passato e il futuro, ma questo terzo volto è invisibile.

Janua – Jana – Djana – Janus – Giano

Ancora più indietro, è la ‘Grande Madre dai mille nomi’: Cerere, Epona, Amaterasu, Iside, Artemide, Diana, Demetra. E’ alla ierofania Artemide/Diana, Signora della Luna e protettrice della caccia, a cui le porte fanno riferimento.

Come riferisce Publio Nigidio Figulo (98-45 aC), astrologo e mago, ”gli antichi utilizzavano indifferentemente i nomi Diana e Jana riferendosi alla stessa divinità”.

Diana divenne nel tempo Janua e poi Giana e infine Giano, per diventare santo Giovanni in epoca cristiana.

Dunque, nel mito cristiano i due san Giovanni hanno preso il posto della Dea Madre Diana.

Fonte | Cover Photo Credits: Olga Barantseva


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